Ah ah, conta le rime
Se mi senti prendi fiato, tu ti arrendi perdi pathos
Puoi copiare ora i miei tasti dato che ho già investigato
Con sti pezzi sverginiamo questi teschi li estirpiamo
Mi diletto in questi versi perché a ciò so destinato
E sono spettinato
Sono destinato al rap fra chi è coerente lo accetta
Sta roba ha scelto me, un po' come una bacchetta
Non voglio un etichetta, quando rappo in diretta,
La gente mi da retta, la gente mia mi aspetta
Me la godo quando rimo e resto solo con la biro,
Ragionare su sto mondo e frantumarlo col mio stilo,
In sto gioco sembro Frodo, con sto fuoco sembri Smigol
Ti aspetto sul monte Fato, là sta scritto il tuo destino
Presto assi sul rappato, verso passi su sto prato
Mi diverto quando tasto testi d'altri mozzafiato
Resto un pezzo perché ho osato vendicarmi col passato
Certi sbatti li abbattiamo, questi scarsi li asfaltiamo
Odio la gente sempre spenta e che comunque si mantiene
Il fuoco dentro è sempre acceso tu non chiamare pompiere
Io c'ho il rap se sto preso male e se sto preso bene
Tu u non ci provare non ti conviene
Io c'ho il rap per le gioie e pure per le paranoie
Per me è come un genitore oppure mille donne
Di ste donne c'ho il terrore mi hanno tolto la ragione (rah)
Mi sento un po' illuso un po' in confusione
E queste orme vanno via col vento, quando mi cimento
Sbaglio e mi ci metto, passi sul cemento
Sbaglio e non ci penso, ah
Non mi guardo nel futuro piuttosto mi guardo dentro
Non mi fermo la mia vena artistica non si esaurisce
Non mi fido di ste bisce, facce viste e riviste
Non è roba da riviste, sta gente non capisce
Vi aspetto al punto giusto in cui la nuvola finisce
Non mi fermo la mia vena artistica non si esaurisce
Mentre ti gratti lo scroto il barons si sbizzarisce
Riempio questo vuoto il resto non mi impensierisce
Di quello che fate voi no non ci frega neanche un po'
Siamo storie dell'orrore come Edgar Allan Poe
Mi sembra di elucubrare quello che neanche io so
Aspetto il mio tuffo in mare intanto guardo dall'oblò
Mi immergo nel profondo in sto mondo lapalissiano
Così da sconfiggere il mio horror vacui quotidiano
Preparo per il mio viaggio il viatico necessario
Mi addentro giorno per giorno nel mio essere adriano
Odio essere adriano, l'io critico a cui mi limito
Penso che in fondo è strano che mi abiti un ossimoro
Sto nel paese dei balocchi con il mio lucignolo
Mi nutro a volte del piacere mio benché sia effimero
Il diavolo mi urla, invece l'angelo mi mormora
Sta coscienza cattiva è come una fitta alla costola
Contorce l'intestino e mi spezza perfino le ossa
Il mondo mi tiene schiavo in questa stanza che mi soffoca
Tolto sto sapere che mi dice "sei stravolto"
Tolti pace e piacere lo sai che non resta molto
A volte ci dormo su, ma non questa notte
A volte tornano gli incubi e mi sveglio testa sotto
Lotto con la vita a letto fra che mi presenta il conto
Sbatto con la mia coscienza che mi si presenta contro
Odio sta gente che mi dice "brother parla come mangi"
Come se le parole non aprissero paesaggi
Bro tu scalcia gli ostacoli, e non li avrai più davanti
Non ci sono miracoli o ti arrendi o ti arrangi, ciao