Ho conosciuto il mondo, posto cupo e pieno d'odio
Schiavo di miseria e di folle assetate di fragilità
Rumoreggia questa gente
Parlotta di un bel niente
E lo fa talmente forte da stravolgere anche il pianto della morte
Non appartengo a queste terre vuote
Sono un animo fragile
Ed il timore è nel mio folle cuore
Con le mani tremanti m'aggrappo a una nuvola e
Provo a vivere
Mi perdo ad osservare
Lo scalpitar del mare
Ed il sole che si tuffa nell'incerto rosseggiar dell'orizzonte
E che bello è questo vento
Alle volte un poco freddo
Non fuggo dal suo gelo ma mi scaldo sorridendo al mio tormento
È che mi appartengo e mi concedo all'abbandono
So fare a vivere
Son poveraccia e lo è pure la mia faccia ma
Nei miei occhi arderà lo stupore per l'eternità