Sono forte come te
Ma anche fragile perché la vita è dura
Padrone dal '73
Babbo è un cane stanco che mi fa paura
Io sono il figlio che non vuoi
Dentro il parco pieno di siringhe dove Cristo muore
Nelle fabbriche gli operai sono in sciopero
Li saluto mentre vado a scuola
E c'è la crisi e l'austerità
Sì, ma
Ho amici, dischi e felicità
Mostri giapponesi, eroi, malinconie e robot
Non per la bomba della stazione
Non per il golpe ipotizzato dai media
Io tremavo all'idea di incontrare la ragazza bionda
E di poterla poi toccare
Mi feci coraggio e le dissi, nell'ora di ricreazione
"Non ci lasceremo mai, mi vuoi sposare?"
Come il fratello che non hai
Masticavo videogiochi, cicche e guerra nucleare
E gli angeli sparavano ai Filistei
Del ministero della realtà da rivoluzionare
Faceva più freddo tanti anni fa
Sì, ma
Avevo i giochi di società
Lego e soldatini, non perdevo quasi mai
Ora parte il normale andamento delle febbri della giovinezza
Il delirio ormonale e due sogni che poi sfumano dopo i vent'anni
Ho capito di essere uno di quelli rimasti da sempre gli stessi
E han seguito i petardi e le mode spergiurando e bruciando bandiere
Sì, ero io che mettevo le bombe, ero io quello a Piazza Fontana
Il cancro animale interno alla fede, ai moti di maggio e alla comune
Ero io che ho fottuto per soldi e per fottere ho fatto la contestazione
Perché si sa che la sbornia finisce, rimane l'istinto di conservazione
Oggi ancora è borbonico il vento e i ragazzi limonano al mare
Mentre quattro gerarchi al ritorno li faranno per me macellare
Io che adesso ho la rete e la gloria, schermi e codici da accarezzare
Che ho esordito elettore estremista, di sinistra extraparlamentare
Per finire borghese in bellezza da grande a pregare coi maghi e le suore
Ora sono al governo e ho un fucile ed è giusto che debba imparare a sparare
Ho buonsenso e paura e ti ammazzo se ti colgo in flagrante a rubare
Perché oggi l'aria è cambiata, c'è il sole sempre uguale, non si può cambiare