Mi sento come se fossi un altro
O come non fossi mai stato io
Questo lenzuolo di cielo bianco
Mi sembra l'occhio di Dio
Dietro una lente d'ingrandimento
Oltre quest'aria che pare vetro
Sopra l'insetto d'arredamento
Che mi sento spesso sotto un occhio cieco
Forse sono io che non so più dove sto
Forse l'occhio è proprio il mio
Che mi vedo dentro
Ma a volte tutto mi pare uguale
È così stupendo e così banale
È come le cose che dovrei fare
Tipo imparare ad amarmi prima di imparare ad amare
Io volevo te
A volte il mondo mi sembra scontato
Come se avessi già visto di tutto
E l'avessi rubato da ciò che ho provato
Come ne fosse bastato anche il succo
Per trarne poi regole deduttive
Che spero siano supposizioni
Lei dice che mi ama io non so che dire
Che ho perso l'amore fra le emozioni
E chi mi conosce sa più di me
Sa che da un po' ho l'abitudine
Di rompere le abitudini
Ad ogni catena divento un po' più Houdini
Mi sembra inutile chiudermi
So che se t'ho scritto parlami è per aggrapparmi all'idea
Che io so chi tu sia
Che sono più gli anni che cerco di averti di nuovo
Che gli anni che t'ho avuta mia
Perché volevo te
O forse le cose che ho perso di me
Forse imparare a star bene da solo
Non fa di me un uomo
Ma a farmi quello che sono
Non voglio sia ciò che provo
Per fare in modo di sentirmi pieno di nuovo
C'è un vuoto che è un sacco di cose
Ma pesa di vuoto e
Forse sono io che non so più dove sto
Forse l'occhio è proprio il mio
Che mi vedo dentro
Ma a volte tutto mi pare uguale
È così stupendo e così banale
È come le cose che dovrei fare
Tipo imparare ad amarmi prima di imparare ad amare
Io volevo te
Che non sai più dove stai
Che ogni notte pensi che
Che non abbia un senso
E che a volte tutto ti pare uguale e è
Così stupendo e così banale
E io sarei quello che non sa amare
Che riesco ad amarmi soltanto
Se guardo negli occhi tuoi quando riflettono me
Forse sono io
Io volevo te
Forse sono io
Io volevo te
Forse sono io
Io volevo te (te, te)