(L. Bonaffini)
Dicono che sia storto di pensiero,
ma la verità è che mostra un viso da straniero;
dentro la città scorre un fiume pazzo,
ha il cuore di un ragazzo di vent'anni o poco più,
ha il cuore di un ragazzo di vent'anni o poco più.
Fiero come un re, vive per la vita,
la sua barba può sembrare un'ombra divertita;
la sua voce sa graffiare indisponente,
è un treno per la gente di vent'anni o poco più,
è un treno per la gente di vent'anni o poco più.
Canta canta, Barbablù,
canta i mondi che vuoi tu,
canta canta, se ti senti un poco giù.
Fatto a modo suo, nacque dalla strada,
figlio della terra e delle gocce di rugiada;
mangia libertà e se la divora,
lui ride e piange ancora da vent'anni o poco più,
lui ride e piange ancora da vent'anni o poco più.
Solo Barbablù, nessun altro nome,
vive dove vuole e non gli va di dirti come;
forse non ha età e sorge dal pensiero,
è il solito mistero di vent'anni o poco più,
è il solito mistero di vent'anni o poco più.
Canta canta, Barbablù,
canta i mondi che vuoi tu,
canta canta, se ti senti un poco giù.
Quindi crescerà, poi verrà domato
e sarà un signore conseguente e ben oliato;
ma forse invece no, non ne sapremo niente,
ci resterà la gente di vent'anni o poco più,
ci resterà la gente di vent'anni o poco più.
Canta canta, Barbablù,
canta i mondi che vuoi tu,
canta canta, se ti senti un poco giù.