Parte un coro sì all'unisono di voci all'alba
Arte d'oro di un mattino senza incroci, calma
Batte un colpo lì a Berlino, crolla il muro, ansia
Gioco a carte controvento: scienza a filo d'aria
Mentre penso e rifletto son capovolto sul letto
Un immaginario senza regole fili ma celere nel ricomporsi e ricrearsi
Ripensi alla pioggia di macerie non ai singoli dettagli
Decine decimate, dozzine dozzinali
Fanno a botte nella Guerra della mente
Una parla, l'altra urla una agisce, l'altra ascolta
Dice di aver vinto ma la prima è la vincente
Ricucisco i due emisferi con un filo rosso
Un filo grosso
Un filo grande
Un filo spesso
Un filo denso
Un filo grezzo
Un filo fresco
Rendere migliore me stesso
Parlano, parlano, parlano, parlano
Ma non dicono niente
Le palle mi girano, girano, girano
Sempre (sempre)
E poi quando le parole vanno in avaria
Brucio questa carta viola tipo tirannia
Non è quello l'obiettivo
Il mio viaggio introspettivo
Per sentirmi vivo
Parte il trip
Tra mille arteriole
Fino al Cip
L'arte fa sfaville io grido olé
Fili ancorati come radici di una gardenia
Incastonati come porfido mi sento perfido
Chiedo venia
Connetto geroglifici a versi unici
Integrati senza pause, senza tranche
In questo sonetto senza punch
Solo incroci da Procida
Approcci da gioco di ruolo (gioco da solo)
Lascio affondare emozioni dentro l'inconscio
Come politici con i barconi mentre fanno discorsi sconci oh
Resto "non di moda" come il gin
Questi perdono la testa per un po' di lean (ops)
Inutile tirare fuori tecniche e flussi
Tanto fan solo pezzi per pussy (basta)
Ma ci penso spesso, solo io posso migliorare me stesso
Parlano, parlano, parlano, parlano
Ma non dicono niente
Le palle mi girano, girano, girano
Sempre (sempre)
E poi quando le parole vanno in avaria
Brucio questa carta viola tipo tirannia
Non è quello l'obiettivo
Il mio viaggio introspettivo
Per sentirmi vivo